Con la crescente complessità delle applicazioni software (SW) il tema della qualità si rende sempre più fondamentale all’interno del processo di sviluppo, la validazione è la prima fra le pratiche che permettono di garantire maggiore qualità al prodotto.
L’attività di SW testing segue la strategia del dividi et impera, testando il codice nelle sue più piccole unità funzionali (unit testing) e, in seguito, validare l’interazione fra queste (integration testing).
1. Unit testing
La funzione testata (UUT, Unit Under Test) viene isolata dal resto del codice, ciò lo si ottiene attraverso lo stubbing, tecnica che permette di sostituire le chiamate a funzioni fornendo al validatore la possibilità di determinare gli eventuali valori di ritorno di queste.
La UUT viene richiamata inserendo valori di input, gli output vengono confrontati con valori previsti dal tester. Se i risultati sono conformi a ciò che ci si aspetta, il test è considerato positivo, in caso contrario il test fallisce. I valori di input e di output sono spesso variabili globali a cui la UUT fa accesso.
2. Integration testing
Dopo aver validato tutte le SW unit, giunge il momento di integrarle progressivamente fra loro e validarne le interazioni.
In questa fase l’obbiettivo è di testare attraverso gli input richiesti dai requisiti SW, che gli output previsti siano coerenti, nello specifico si verifica che le funzioni siano richiamate correttamente.
Ciò che nello unit testing veniva sostituito dagli stub, diventa l’oggetto principale di questa fase di validazione.
La strategia attraverso cui si attua l’integrazione delle unità è definita in fase di test planning, solitamente vengono scelte delle metodologie bottom-up o top-down.
In EMA Global ci impegniamo ad adoperare queste tecniche di validazione SW con l’ausilio di tool dedicati, al fine di mantenere alto lo standard di affidabilità e qualità del codice che forniamo ai nostri clienti.